Guerra in Ucraina

IL RACCONTO DI ANDREA VALESINI 

 

Lunedì 19 maggio si è tenuto un incontro tra lo staff delle ACLI di Bergamo e Andrea Valesini, caporedattore dell'Eco di Bergamo e inviato sul campo in Ucraina per il medesimo giornale.

 

Lo scopo del dialogo era riflettere insieme sulla realtà del conflitto e sulle possibili vie di pace.

 

Valesini è stato in Ucraina otto volte dall'inizio del conflitto, l'ultima pochi giorni prima dell'incontro.

Andrea ha iniziato raccontando con grande chiarezza e capacità di sintesi cosa ha visto nell'ultimo anno: gli incontri con le persone, i viaggi attraverso varie città (come ha ribadito, l'Ucraina è grande due volte la Francia).

 

Ha raccontato della solidarietà che le persone si dimostrano nella vita quotidiana e della volontà degli ucraini di resistere non solo militarmente, ma anche nella vita quotidiana sopportando, per esempio, i blackout e la mancanza di riscaldamento.

 

Valesini ha quindi introdotto un tema che è stato un filo conduttore di tutto l'incontro, ovvero l'importanza di comprendere la cultura e la psicologia dei popoli per capire meglio i loro atteggiamenti e dunque le loro scelte politiche.

Per esempio, ha raccontato come nella cultura russa la reputazione e la considerazione personale siano importanti e come questo si traslo nel desiderio di una grande parte della popolazione, interpretato e incarnato da Putin, di ottenere dagli Stati Uniti un riconoscimento come potenza alla pari e non come rivale di seconda serie rispetto alla Cina. Ma ha anche raccontato di come l'Ucraina sia una società molto più plurale di come appare all'esterno, in cui vi sono molte componenti etnico religiose, e di come queste si siano unite nella difesa dell'unità nazionale, comprese molte comunità russofone.

 

Il dialogo con lo staff delle ACLI è proseguito, toccando diversi temi.

 

Si è parlato del ruolo delle motivazioni economiche nel conflitto, che per Valesini sono importanti ma non prevalgono su quelle culturali e strategiche; si è toccata la prospettiva di adesione dell'Ucraina all'Unione Europea, per Valesini ritenuta da Putin una vera minaccia, perché in grado di consolidare la democrazia ucraina e provocare un "contagio democratico" in Russia, paese in cui una persona su tre ha un legame personale con gli ucraini.

 

Si è ragionato sul dibattito interno italiano riguardo alla guerra, in cui le posizioni sono molto variegate ma vengono appiattite dai media, e si è anche ragionato delle possibili vie di pace, su cui però Valesini non è al momento estremamente ottimista: ritiene che la Russia abbia le risorse per trascinare il conflitto molto a lungo e che ci vorranno anni per arrivare a una stabilizzazione, e a quel punto sarà necessaria una lunga fase di riconciliazione, viste le indicibili violenze avvenute: oltre ai bombardamenti, Andrea ha visitato diverse ex camere di tortura stabilite dai militari russi.

 

L'incontro è stata un'occasione preziosa per parlare con un inviato sul campo disponibile al confronto, attento agli aspetti umani del conflitto e alla ricerca della pace, oltre che all'ecologia delle parole

E proprio in conclusione del dialogo, Andrea Valesini ha ricordato come le parole siano importanti: usare un linguaggio violento ed esagerare la gravità di ogni piccolo problema, tendenza accentuata dai social, rischia di ostacolare il dibattito pubblico anche sui temi più importanti.

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