di Franco Monaco | Venerdì 26 novembre
Huffington Post
Nell’assordante frastuono che precede la concitata vigilia dell’avvicendamento al Quirinale, merita segnalare una virtuosa eccezione: “Il/la Presidente che vorremmo” è il significativo titolo di un denso documento stilato da ben quindici istituzioni/associazioni che in vario modo si ispirano ad alcune delle principali figure o comunque alle culture che la Costituzione l’hanno pensata e scritta.
Istituti che coprono cioè l’intero arco delle “culture politiche costituenti”. Sia concesso menzionarle tutte: Città dell’uomo (fondata da Lazzati); Agire politicamente; Centro Eiunaudi di Torino, Centro Marcora, Centro per la Riforma dello Stato (Ingrao), Circolo Rosselli, Comitati Dossetti, Fondazione Basso, Fondazione Iotti, Fondazione Grandi, Istituto Bachelet, Istituto De Gasperi di Bologna, Istituto Parri, Movimento Federalista Europeo, Rosa Bianca.
Scopo dichiarato del documento: fare riflettere e propiziare una discussione tra i cittadini sull’imminente elezione dell’inquilino del Quirinale altrimenti appannaggio esclusivo del ceto politico-parlamentare. Non però andando appresso delle stucchevoli chiacchiere sul toto nomine o sugli opachi giochi di palazzo, ma concentrando piuttosto l’attenzione sul profilo oggettivo dell’Istituzione Presidenza della Repubblica, sulla sua natura e sulla sua funzione. Nella consapevolezza, lievitata nel tempo, del suo carattere niente affatto notarile. Al contrario, cruciale nel presiedere all’ordinato svolgimento della vita politico-istituzionale della Repubblica.