Maurizio Ferraris: uomo e intelligenza artificiale

Maurizio Ferraris: uomo e intelligenza artificiale

 

di don Matteo Cella da Sant'Alessandro

 

Il mondo dell’Intelligenza Artificiale negli ultimi mesi ha invaso il dibattito pubblico: i Large Language Model come ChatGPT sono diventati strumenti a disposizione di ogni utente della rete, le applicazioni presenti in tutti gli smartphone hanno implementato soluzioni per migliorare gli scatti fotografici, si parla di applicazioni a disposizione dei medici per leggere meglio le radiografie o formulare delle ipotesi di diagnosi, l’Unione Europea con l’AI Act ha dato vita ad una cornice giuridica per questo mondo.

Sembra che improvvisamente tutti gli ambiti di vita siano stati travolti da una nuova tecnologia per lo più sconosciuta.

Se ne parla come di una grande promessa ma i più la vedono come un’oscura minaccia. Le domande che fanno capolino nei dibattiti pubblici vertono sulla paura di vedere stravolto il mondo del lavoro, sul pericolo di essere invasi da informazioni false generate dalle macchine, sull’impossibilità per l’uomo di mantenere le redini del governo del mondo.

Saremo dominati dalle macchine, come hanno immaginato celebri film di fantascienza? La specie umana dovrà lasciare il posto a dei super computer al vertice della piramide evolutiva?

 

«Abbiamo dei fini. E purtroppo anche una fine. Dobbiamo sbrigarci a realizzarli»

 

 

 

Il filosofo Maurizio Ferraris è intervenuto a Bergamo giovedì 31 ottobre 2024, presso la prestigiosa aula magna dell’Università nell’ex-chiesa di Sant’Agostino, per riflettere sull’impatto che la nuova tecnologia può avere sulla comprensione che l’uomo ha di se stesso.

L’incontro è stato promosso dalle ACLI di Bergamo all’interno della rassegna culturale Molte Fedi sotto lo stesso cielo. L’approccio dell’ideatore del Nuovo Realismo è spiazzante.

Chiedendosi quale sia il rapporto tra uomo e tecnologia risponde che da sempre è “la tecnica a rivelare ciò che sono gli esseri umani”: l’uomo è l’animale che si differenzia dagli altri esseri animati per la sua padronanza nell’uso degli strumenti.

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