di Pierre Haski | Mercoledì 11 maggio
Internazionale
A volte alcune idee arrivano troppo presto e non trovano il modo di prendere piede. Nel suo discorso davanti al parlamento europeo,
pronunciato il 9 maggio, Emmanuel Macron ha fatto riferimento a una di
queste idee, illustrata trent’anni fa da uno dei suoi più illustri
predecessori, François Mitterrand.
Sulla scia della caduta del muro di Berlino, Mitterrand aveva
proposto la creazione di una “Confederazione europea” che avrebbe
offerto una struttura di accoglienza ai paesi dell’Europa centrale e
orientale appena liberati. Questo progetto consentiva di non allargare
immediatamente la Comunità europea dell’epoca.
Nel giugno del 1991 era stato organizzato un vertice a Praga, che
però si era rivelato fallimentare. E così il progetto era stato
accantonato. Macron lo ha fatto rinascere proponendo una comunità
politica europea che riprenda la stessa idea: una struttura di
accoglienza intorno all’Unione europea.
Due scogli
Nel 1991 la proposta francese si era infranta su due scogli. Il primo
era il desiderio delle nuove democrazie dell’est di aderire al più
presto alla Nato per beneficiare delle sue garanzie di sicurezza in un
momento in cui l’Urss era ancora instabile. La Confederazione di
Mitterrand non offriva le stesse garanzie rispetto all’Alleanza
atlantica.
Il secondo scoglio era l’idea di Mitterrand di invitare l’Urss nella
confederazione per ancorarla all’Europa. Ma questo avrebbe significato
ignorare il risentimento degli europei dell’est rispetto ai vecchi
padroni e soprattutto l’opposizione frontale degli Stati Uniti, che
all’atto pratico sarebbero stati esclusi. All’epoca ho seguito il
vertice di Praga e per Mitterrand era chiaro che la diplomazia americana
aveva sabotato la sua iniziativa offrendo ai paesi ex comunisti
l’ingresso rapido nella Nato.
Questi temi sono molto attuali nel contesto della guerra in Ucraina,
giustificata inizialmente da Vladimir Putin come risposta
all’allargamento della Nato prima di ritornare, come nel discorso pronunciato il 9 maggio, su argomenti più attuali dichiarando che le truppe russe combattono “a casa loro” in Ucraina.
La proposta di Macron avrà una possibilità di successo? Di sicuro in
questo momento risponde a una rivendicazione chiara: un buon numero di
paesi europei si sente oggi “orfano”, cioè non appartiene ad alcuna
struttura. È il caso delle tre ex repubbliche sovietiche – Ucraina,
Georgia e Moldova – ma anche quello dei paesi dei Balcani occidentali.
Tutti questi paesi sono candidati all’ingresso nell’Unione europea, e
alcuni hanno già avviato il relativo negoziato. Ma a meno di una
distorsione dei criteri, passeranno anni prima che siano ammessi.
Questo, però, non corrisponde alle esigenze politiche del momento. La
comunità politica pensata da Macron ha il merito di offrirgli un quadro
di avvicinamento, con cooperazioni concrete con i 27 che costituirebbero
un cuscinetto di sicurezza. L’idea era nell’aria da un po’ di tempo,
evocata recentemente dal leader del Partito democratico italiano Enrico
Letta.
Con il sostegno della Francia alla revisione dei trattati europei, annunciato il 9 maggio, questa proposta lancia il grande cantiere dell’avvenire dell’Europa, che inevitabilmente si scontrerà con diversi ostacoli. Ma era importante fare questo passo, soprattutto considerando la guerra alle porte. Evocare la posizione di Mitterrand, come ha fatto il 9 maggio Macron, non può certo essere una scelta negativa nel contesto della politica francese.