CARDINAL MARTINI, SEMPLICITA' E RIGORE
di Giulio Brotti | L'Eco di Bergamo lunedì 25 settembre
«Con semplicità e rigore, Martini era capace di formulare domande e di indicare prospettive che toccavano le corde più profonde del cuore di ognuno: riuscivano ad “agganciare” quegli elementi reconditi, collocati nella penombra della nostra coscienza, riguardo ai quali abbiamo al contempo paura e desiderio di fare luce.
È una sensibilità che si ritrova in Martini fin dalla giovinezza. In un frammento del 1956 dei suoi diari, che noi della fondazione stiamo catalogando e ordinando, egli immagina un libro ideale, che vorrebbe poter scrivere: “Il libro dei bisogni dell’anima, che suggerisca le parole e i pensieri geniali fino a far scaturire la scintilla, e poi si fermi – che dia l’avvio ai sentimenti, li guidi e li diriga per un poco, poi li lasci proseguire da soli […]; che sappia dire quella parola-forza che aspetto, presagisco, senza saperla esprimere – che esiste, ma come dietro la nebbia, senza che io sappia come arrivarvi”. È una dinamica, questa, che corrisponde alla pedagogia di Ignazio di Loyola e che la sapienza biblica aiuta ad approfondire».