Stati Uniti. Il disegno di Trump tra nuovi equilibri globali e tecnopopulismo
di Mauro Magatti da Avvenire
La storia riserva sempre sorprese e svolte inattese. Difficile otto anni fa immaginare che Trump avrebbe potuto vincere le elezioni americane. E ancora più difficile, quattro anni fa, pensare che l’ex presidente sarebbe riuscito a tornare alla Casa Bianca. Nonostante la sconfitta elettorale, l’assalto a Capitol Hill e il processo che nell’estate scorsa lo ha riconosciuto colpevole di reati legati all’affare Stormy Daniels.
Ma l’energia di Trump ha saputo rovesciare ogni pronostico. Tuttavia, la personalità del tycoon non è sufficiente a spiegare le recenti vicende americane. I tratti umani di questo leader amato e odiato si sono combinati con quanto si sta muovendo nelle viscere profonde della società americana. Ed è proprio da questo incrocio che sta ora nascendo qualche cosa di nuovo, di cui nessuno sa definire con precisone i contorni. Che probabilmente sfuggono persino agli stessi protagonisti. Dai segnali che si sono succeduti in queste settimane, Trump sembra volersi muovere al lume di due riferimenti principali.
Il primo è la sorprendente alleanza che lo stesso Trump – in passato lontanissimo dalla Silicon Valley – ha negli ultimi mesi stretto con alcuni magnati delle nuove tecnologie. Non solo Elon Musk, ma anche Peter Thiel (con cui Musk aveva cominciato, fondando PayPal), Mark Zuckerberg e tanti altri. Si tratta di personalità molto ricche e influenti, esplicitamente portatrici di una visione che si pone in contrasto con buona parte dell’establishment americano.