L’elenco delle possibilità non è un esercizio di prudenza all’insegna del “così è se vi pare”. No, è un atto di accusa: in guerra la verità è solo quella delle vittime, tutto il resto è fumo disorientante e tossico. Ma forse, stavolta, il rischio è così grande che tutti (o quasi) dovranno fare la propria parte, e in fretta, per diradarlo e per far comprendere bene al mondo che cosa è accaduto. E la fermezza prudente delle prime parole e dei silenzi di leader e portavoce, con l’eccezione comprensibile ma non condivisibile del presidente Zelensky, fa sperare che nessuno spinga in direzione di un’ulteriore assurda escalation della guerra in corso.