Europa: la rabbia degli impoveriti

Europa: la rabbia degli impoveriti


di Riccardo Cristiano



La rabbia dei poveri è piuttosto diversa dalla rabbia degli impoveriti. Ciò che sta accadendo in Europa dimostra quanto sia forte – e possa essere devastante – la rabbia degli impoveriti. Mi sembra, infatti, che i voti espressi – e tanti non espressi – non dicano tanto che siamo sommersi da un’ondata di fascisti, quanto, piuttosto, che gli impoveriti stanno sfogando la loro rabbia e le loro paure, nelle forme della xenofobia, facendo propri i facili slogan che, da sempre, albergano nella destra estrema.


Ma pure la rabbia degli impoveriti va vista e capita. Per farlo serve qualche elemento di economia: non è il mio campo, ma, ugualmente, provo a farvi qualche riferimento.


Il welfare europeo non regge più. Le vecchie certezze, proiettate sul futuro, sono crollate. La guerra non solleva solo problemi politici o malesseri culturali, ma problemi economici, ben concreti. Ha sottratto e continua a sottrarre risorse e a far lievitare i prezzi. E, chi è più esposto, più paga.

A questo livello non si pone il pacifismo contro il bellicismo. Teoria. Poco conta la valutazione di ciò che è giusto e di ciò che è sbagliato. Si impone una priorità: e la priorità – da molti evidentemente ben avvertita – è chiaramente quella di una spesa pubblica che prima deve essere per noi, poi, eventualmente, per gli altri.


Lo aveva fatto capire – un po’ provocatoriamente – Mario Draghi, chiedendo agli italiani se volessero «la pace oppure il condizionatore». Draghi, evidentemente, presumeva che la pace si sarebbe potuta raggiungere, forse in tempi relativamente brevi, fermando – militarmente – l’aggressore russo e sanzionandolo pesantemente sul piano economico; chiedendo agli italiani di rinunciare al gas russo, pure al costo di spegnere il condizionare del fresco d’estate. Le cose, purtroppo, non sono andate esattamente così. E la risposta del voto degli europei – impoveriti – dice, semplificando, ma emblematicamente, che tanti di noi vogliono, innanzi tutto, il condizionatore acceso. Il resto viene poi.










 
Eletta la nuova presidenza ACLI Bergamo

Eletta la nuova presidenza ACLI Bergamo

Le nomine nella seconda convocazione del Consiglio Provinciale
Bassam Aramin e Rami Elhanan a Molte Fedi

Bassam Aramin e Rami Elhanan a «Molte Fedi»

Mercoledì 23 ottobre il Premio Costruttori di Ponti
Viaggio nella Memoria Civile 2024

Viaggio nella Memoria Civile 2024

Argenta - Polesine | Domenica 10 novembre
Roberto Cesa è il nuovo presidente delle ACLI di Bergamo

ACLI Bergamo: Roberto Cesa nuovo presidente

La rotta alpina - Gruppo Popolare di Solidarietà

Gruppo Popolare di Solidarietà - La Rotta Alpina

Dal 31 ottobre al 3 novembre in Val Susa