Indice Istat 2024: il 25% delle abitazioni risulta sfitto.
Dall'incontro "Al centro l'abitare" del 18 giugno con i referenti di GeneraVivo E.one Abitare Generativo E Homes4all promosso organizzato dal Circolo di ACLI di Albino presso la Sala Consiliare del Comune.
Una casa su quattro è vuota: s'accende il dibattito Dalla tavola rotonda del 18 giugno una proposta di confronto tra cittadini, esperti e politica. Necessario un cambio di paradigma
L'articolo che riproponiamo è a cura di Fabio Gualandris e disponibile sul numero cartaceo di PrimaBergamo in edicola fino al 3 luglio
Da anni si discute ad Albino dell'immenso patrimonio edilizio abbandonato o degradato, in gran parte storico. Qualcosa si è mosso come: la parte a valle del monastero di Sant'Anna dove è in fase di realizzazione la Casa di Comunità; l'ex albergo Gandossi in viale Milano; l'ex cotonificio Honegger la cui area è in fase di riqualificazione mantenendo l'originale destinazione produttiva. Ma molto resta da fare, anche alla luce dei dati Istat 2024 che hanno classificato Albino come il centro della provincia di Bergamo con il maggiore indice di abitazioni sfitte: ben il 25 % sul totale.
Tra le aree più critiche citiamo: la parte di monastero di Sant'Anna non interessata dai lavori per la Casa di Comunità; l'area ex Italcementi ferma alla demolizione di oltre cinque anni fa; il Quartiere fiorito con le sue sette palazzine (tre da cinque piani fuori terra e quattro da quattro) abbandonate dal 2012; il Villaggio Honegger e le cascine di Piazzo; casa Solari; gli edifici a valle di piazzale Caduti tra cui l'ex Enel; palazzo Servalli; le chiese della Ripa; l'ex albergo Falcù e numerosi altri stabili, anche nelle frazioni. Eppure si rigenera ancora poco, ma molto si costruisce di nuovo e con premi volumetrici.
Considerando che la variante generale al Pgt si concretizzerà quest'anno è bene sottolineare che il completamento del Pgt avrebbe dovuto portare il Comune a 25 mila abitanti mentre la realtà racconta di un costante calo della popolazione, passato da 18.217 di fine 2014 a 17.631 al 31 dicembre 2024, nonostante il dato in controtendenza del 2024 abbia registrato un incremento di 151 unità. Ma qualcuno si dà da fare interpellando le coscienze di amministratori e cittadini.
Su iniziativa del circolo Acli di Albino infatti, mercoledì 18 giugno la sala consiliare del municipio del paese ha ospitato l'incontro "Al centro l'abitare, abitare al centro!" dove sono state portate all'attenzione dei presenti alcune proposte virtuose sperimentate in Italia e anche nella provincia di Bergamo volte al recupero di luoghi e alla ricostruzione di legami che vedono l'abitare come motore di rigenerazione sociale e urbana con l'auspicio che anche ad Albino si adottino tali proposte virtuose. Ne ha parlato Johnny Dotti con Matteo Sana di GeneraVivo (Bergamo), Alberto D'Adda di E.one AbitareGenerativo e Angelo Leto di EHomes4all (Torino). «Case popolari e mercato immobiliare sono realtà superate - ha sottolineato Dotti in un passaggio del suo intervento -. All'anagrafe gli over 80 superano gli under 10, gli over 60 sono più degli under 25. Siamo di fronte a una società mai vista e non regge il problema economico, bisogna avere fiducia nella vita. La casa era un nido e un nodo. Bisogna favorire le relazioni e i servizi aiutano a mantenerle. La casa è un vestito che testimonia la nostra anima».
A margine dell'incontro abbiamo parlato con Mauro Arcy Carrara, presidente del circolo Acli di Albino promotore della proposta.
Quale obiettivo hanno le Acli di Albino per promuovere questo convegno?
«Il circolo di Albino vuole porre la questione dell'abitare come opportunità di rigenerazione di relazioni e recupero del centro storico e degli edifici dismessi. Il bisogno di abitazioni, di mantenere una qualità positiva della convivenza sociale e un abitare collaborativo trova risposta nel far rivivere il centro del paese che è nato come cuore pulsante di una comunità operosa e solidale. Questa opzione non si scontra necessariamente con maggiori costi e sicuramente è generativa di una vita e di sviluppo».
Ma le Acli cosa c'entrano?
«Quella abitativa è questione che rimanda a una precisa visione di società. Le Acli da sempre cercano di essere presenti nella società civile con un'analisi delle questioni sociali promuovendo il dialogo tra cittadini, associazioni, partiti e gruppi politici per un confronto su possibili risposte condivise. I nostri servizi presenti anche in Albino con Caf e Patronato sono sentinella della realtà incontrando cittadini di ogni classe sociale. Ovvio che l'attenzione si concentra sui più deboli e sulle questioni emergenti, e quella abitativa è un'emergenza irrisolta».
Quali altre iniziative proporrete?
«La tavola rotonda del 18 giugno è stato l'avvio di una proposta di discussione sull'Abitare nel Comune di Albino, il Circolo Acli ha invitato specificatamente i capigruppo politici presenti in consiglio comunale. Nell'invito abbiamo preannunciato che è nostra intenzione promuovere un ulteriore tavola rotonda nella quale vorremmo chiedere ai vari gruppi politici di esprimere la propria visione del problema abitativo ed eventuali proposte per il rilancio dei centri storici del nostro Comune».
Lo storico Giampiero Tiraboschi non si stanca di ripetere: «Se vogliamo avere un futuro dobbiamo guardare con occhi diversi il nostro passato e trovare le risorse per ricuperare quanto ancora è possibile». Ma serve crederci.