Troppe disparità sui redditi. E serve un nuovo piano casa

«Cresce il divario tra ricchi e poveri, bisogna intervenire». 

Presto aprirà una rete di sportelli per aiutare gli inquilini

 

Intervista a cura di Sergio Rizza per L'Eco di Bergamo di domenica 25 maggio 2025

 

I contribuenti che affidano la dichiarazione dei redditi ai Caf Acli di Bergamo sono aumentati del 16,9%, dai 33.370 del 2019 ai 39.022 del 2023. Più di quelli di qualsiasi altro Caf. E sono ormai una massa critica che pesa, in provincia, per il 10% delle dichiarazioni pervenute all’Agenzia delle Entrate tramite Caf di qualunque sigla. Dalle elaborazioni di Over (Osservatorio vulnerabilità e resilienza) e Caf Acli emergono indicazioni sullo stato, nel territorio bergamasco, delle politiche abitative, della sanità e dei redditi da lavoro. Su cui Roberto Cesa, 31 anni, presidente delle Acli provinciali, accende un faro. 

 

Cesa, tra il 2019 e il 2023 i redditi nominali ponderati con la composizione del nucleo familiare e l’inflazione, sono diminuiti del 4,2%, mentre è cresciuto il divario tra la fascia più povera e quella più ricca. Il tasso di disoccupazione sarà il più basso d’Italia, nella Bergamasca, ma le criticità non mancano. 

«Il dato sull’erosione del potere d’acquisto è sotto gli occhi di tutti: è più basso oggi rispetto a 5, 10, 30 anni fa. Che a Bergamo, negli ultimi 5 anni, le diseguaglianze siano seriamente aumentate è abbastanza inaspettato: nel 2019 il quintile più povero aveva il 21,3% della ricchezza del quintile più ricco, e oggi ci siamo ridotti al 18,8%, mentre in Lombardia si passa al 17,6%. Scarseggiano i correttivi di politica economica e fiscale. C’è la ricchezza generata dai redditi da lavoro e quella da rendite e patrimoni. A Bergamo pesa molto quest’ultima. E dal momento che la nostra politica fiscale pesa più sui redditi che sui patrimoni (l’eredità è tassata al 3%, e parlare di patrimoniale è una bestemmia), senza correttivi la forbice non può che
aumentare».

 

Tra il 2019 e il 2023 si è registrato anche un aumento del 32,4% del valore medio delle spese per immobili, e per le spese sanitarie dell’11,7%. Dati impressionanti. Voi cosa proponete?

«Il dato sulle spese sanitarie è alto ma c’era da aspettarselo, c’è stato di mezzo anche il Covid. Ma il dato stupefacente è sulla casa».

 

Ci vorrebbe un piano Fanfani?

«Sono le stesse parole del mio presidente regionale Martino Troncatti: ci vuole un nuovo piano Fanfani, che sia di edilizia popolare, convenzionata o un’edilizia in altre forme che possono stare sul mercato, per esempio quella di tipo cooperativo, che sia diviso o indiviso. Noi, per parte nostra, oltre che di agire fiscalmente sul patrimonio abitativo sfitto, proponiamo le nostre idee. Abbiamo interlocuzioni aperte. Ci sono grossi enti, o fondazioni, che iniziano a dire: provate a sottoporci delle idee progettuali serie, poi possiamo sbloccare delle risorse. Ci vuole una rete di soggetti, ognuno responsabile di un suo segmento, e in questo Acli potrebbe diventare un interlocutore. È la storia di quest’anno, è la sfida».

 

E il ruolo del pubblico, della politica?

«Alcuni “slanci” arrivano dai Comuni. Acli può essere un facilitatore nella costruzione di questa “rete”. A livello front-office, lanceremo nei prossimi mesi degli sportelli casa, per aiutare inquilini o proprietari a risolvere problemi anche minimi. Secondo livello: possiamo svolgere un lavoro di tessitura attraverso idee di soluzioni abitative elaborate dal nostro ufficio progettazione. Siamo aperti a collaborare con privato, privato sociale, enti locali, fondazioni. Abbiamo vinto anche un paio di progetti europei. Poi c’è un terzo processo». 


Quale? 

«Ci stiamo lavorando col Patronato San Vincenzo: ci sono persone, e mi riferisco specialmente agli immigrati o ai nostri utenti degli Sportelli Lavoro, che hanno già risolto il problema lavorativo, eppure vivono ancora in una struttura di accoglienza. Non trovano casa o per diffidenza altrui, o per ragioni di carattere culturale. Possiamo aiutarli, dal punto di vista tecnico ed eventualmente fungendo da garanti, ad accedere al credito bancario per comprarsi casa».


Continua, con le Borse lavoro, la vostra attività per l’inserimento nel mondo lavorativo?
«Sì. Lavoriamo su disoccupati o inattivi ostacolati da barriere all’ingresso, per esempio la lingua o la formazione. Finanziamo interventi formativi professionalizzanti. Lo step ulteriore è costituito da corsi in azienda prima del tirocinio. La nostra iniziativa “ProPro” (progettiamo professionalità) con la Persico, nella meccanica, è alla quarta edizione, con il Circolino di Città Alta, nella ristorazione, alla seconda. Poi abbiamo una collaborazione attiva con la Aresi di Treviglio nella falegnameria. Ma abbiamo avuto una utenza prevalentemente maschile. In autunno lanceremo con il partner Comac, un’azienda molto buona e attenta al territorio, un progetto per formare saldatori donne».

Siete europeisti. Chiedete più federalismo, più cessione di sovranità, ma anche più diplomazia in direzione della pace. Non c’è contraddizione con il piano di riarmo europeo?
«Il riarmo degli stati nazionali è anacronistico e non può portare a nulla di buono. L’impegno per la pace, come Acli, l’abbiamo nel Dna. Crediamo che si debba lavorare più, per usare le parole del Papa, a una pace disarmata e disarmante che a un riarmo. Capisco il cammino verso la difesa comune (magari sostenuto da debito comune), ma questo piano centrato sui singoli Stati è un riarmo tedesco con una patina europea. Ci sta a cuore che il dialogo rimanga aperto tra chi comunque pensa che lo strumento deterrente sia importante e chi pensa che il riarmo non porti a niente di buono. Il contenitore europeo non può essere sacrificato in una battaglia ideologica».










 
Una casa per pochi

Report | Una casa per pochi

Viaggio nella frattura abitativa bergamasca
Cerchiamo un operatore / un'operatrice per lo sviluppo delle politiche giovanili

Cerchiamo un operatore / un'operatrice per lo sviluppo delle politiche giovanili

Hai tra i 20 e i 30 anni? Scopri chi stiamo cercando!
L'eredità di Francesco, le sfide di Leone

L'eredità di Francesco, le sfide di Leone

Rivedi l'incontro online con il vaticanista Paolo Rodari
Referendum abrogativi 8 e 9 giugno

Referendum abrogativi: 8 e 9 giugno

Materiale utile per informarsi e prepararsi al voto
Troppe disparità sui redditi. E serve un nuovo piano casa

Troppe disparità sui redditi. E serve un nuovo piano casa

Intervista a Roberto Cesa