Il XXIX Congresso delle ACLI di Bergamo

Il momento della consegna generazionale. Due giorni intensi tra democrazia, festa e futuro. Si è concluso sabato 28 settembre, presso l'auditorium del Liceo Mascheroni, il XXIX Congresso delle Acli provinciali dal titolo "Il coraggio della pace".

 

Venerdì 27 settembre dalle ore 18.00 alle ore 20.30 si sono susseguite le relazioni di Nando Pagnoncelli, presidente IPSOS Italia, e di Daniele Rocchetti, presidente uscente delle Acli di Bergamo. 

Nella giornata di sabato invece, dopo i saluti del Vescovo Francesco Beschi e della sindaca Elena Carnevali, è stato il momento del dibattito congressuale in cui sono intervenuti i vari delegati e i membri dello staff.

Al termine della giornata si è approvata la mozione e la composizione del Consiglio Provinciale che il 7 ottobre eleggerà il nuovo presidente.

 

Ecco i nomi che comporranno il Consiglio Provinciale:

Acquaroli Dario, Adobati Elena, Alborghetti Lorenzo, Bergamini Maurizio, Bertoncello Stefano, Bettani Ivan, Bocchi Shaquille, Brambilla Giuseppina, Campigli Rebecca, Carrara Mauro, Cesa Roberto, Colombi Giovanni, Corti Federica, Cucinotta Noemi, Di Gaetano Valeria, Facchinetti Giovanni, Ferrari Isabella, Gervasoni Valentino, Gusmini Romana, Locatelli Claudio, Maffioletti Corrado, Moro Francesco, Noris Giuliana, Ogliari Luisa, Pezzotta Simone, Pigolotti Pina, Pirola Primula, Re Chiara, Remuzzi Stefano, Rovetta Martino, Santoro Alessandro, Tallarini Michele, Trevisan Alberto, Vanalli Giacinta, Vavassori Paolo, Villa Battista, Vitali Faustina, Zanardi Fabio, Zinni Cecilia, Zubiani Emilio. 

 

Di seguito pubblichiamo la mozione finale approvata dal Congresso:

Introduzione


Abbiamo attraversato quattro anni di grande trasformazione sociale, complice anche lo stravolgimento del difficile periodo della Pandemia e un acuirsi di alcuni conflitti in mondi che sentiamo molto vicini. Una comunità che si è riscoperta fragile di fronte al Covid, alla guerra, alla recente crisi energetica deve riscoprirsi capace di cura e pace. Questo contesto ha evidentemente mutato anche le esigenze organizzative sia interne che esterne dell’Associazione.


Le Acli bergamasche negli ultimi anni hanno vissuto una stagione di grande sviluppo sia delle attività e delle proposte che dal punto di vista strutturale e organizzativo, più precisamente ci ritroviamo nei cinque punti enucleati dal gruppo transizione dopo il lungo percorso formativo per la leadership che abbiamo definito “Riflessione generativa”, rivolto a persone che si impegnano attivamente nel Sistema Acli a tutti i livelli che ci ha accompagnati fino a questo Congresso:


● una presenza di giovani nello staff Acli notevolmente cresciuta a livello di sede provinciale, con qualche presenza territoriale. Questo rinnovamento generazionale comporta un bisogno di formazione, di riconoscimento di identità e appartenenza.
● Una componente di dipendenti all’interno della sede provinciale in notevole crescita rispetto ai volontari. Lo staff e diverse posizioni di responsabilità non sono più coperte principalmente da volontari. Ciò richiede anche la ridefinizione di equilibri e di responsabilità
reciproche.

● L’ampliamento dello staff della comunicazione e l’ammodernamento dei canali e strumenti comunicativi per potersi “relazionare” in maniera efficace e attrattiva con le realtà che cambiano molto rapidamente

● L’individuazione di nuove modalità e nuovi canali per sostenere le attività di promozione sociale, come la partecipazione ai bandi di diversa provenienza: Cariplo, regionali, europei, Fondazioni, attraverso i quali attingere risorse economiche.

● Lo sviluppo delle attività territoriali di tutto il Sistema Acli e l’apertura di Sportelli Rete Lavoro e Incontro Lavoro, Sportelli Amministratori di Sostegno, Sportelli Informatici, l'assistenza ai bonus sociali e fiscali e, a breve, l’apertura di Sportelli Rete Salute.


Mozione


Le ACLI Provinciali di Bergamo riunite nel loro XXIX Congresso ritengono estremamente importanti i punti della relazione congressuale del Presidente Daniele Rocchetti e i contributi emersi nel dibattito.
In primis la necessità di uscire dalle trincee, questo è il coraggio della pace che ci viene chiesto oggi. Oggi la scelta è tra la pace e la guerra e le Acli sono convinte con papa Francesco che la guerra sia una sconfitta e che l’unica cosa da fare sia cessare il fuoco. Chiediamo una posizione ferma sul disarmo.

D’accordo con Nando Pagnoncelli, facendo sistema, le Acli vogliono impegnarsi contro la frammentazione identitaria e l'individualismo, in cerca del valore sociale della politica.

 

La democrazia è sostanziale o non è democrazia, siamo convinti che c’è un bene più grande che ci tiene insieme e che vada custodito, anche attraverso il metodo del cammino sinodale e la promozione di momenti di riflessione collettivi, di proposte e stimoli culturali e di una continua formazione con una costante attenzione alla dimensione spirituale della vita a livello singolo e delle comunità, alla necessità di fornire strumenti per essere presenza territoriale informata e competente. Proponiamo di dotare le Acli di un ufficio studi, nelle forme e nei modi che il Consiglio Provinciale e la Presidenza individueranno e promuoveranno.


È importante che le Acli si sentano attraversate dallo spirito, anche quando l’irrequietezza del percorso di fede ci sfida coi suoi interrogativi profondi e intimi. Una spiritualità carica di speranza è quella che con fiducia resta dentro alla Chiesa con uno sguardo critico e dinamico.

Continuiamo a sentire urgente il tema del lavoro e dei lavoratori, facendo nostra la coraggiosa denuncia di papa Francesco contro la divinizzazione del mercato e il consumismo sfrenato, radice di grandi disuguaglianze ed esclusioni. Crediamo nell’efficacia dell’esperienza di tutte quelle iniziative volte a supportare le persone che faticano a inserirsi lavorativamente, ri-orientandole attraverso una formazione continua che consenta loro di ri-convertirsi dentro sistemi lavorativi in costante mutamento. In questa ricerca di modelli economici più giusti non possiamo scordare che anche nel terzo settore, nei mondi cooperativi e associativi il rischio della deriva verso le logiche di un mercato asfissiante è concreto, in ogni scelta quotidiana pensiamo che il criterio etico non possa essere marginale o succube delle stesse dinamiche che denunciamo.


Come Associazione denunciamo i sintomi di uno smantellamento del welfare, tra cui il continuo e sistematico scardinamento di fatto del Sistema sanitario nazionale. Intendiamo raccogliere i bisogni e le urgenze delle persone e lavorare sul tema dell’esigibilità dei diritti.
I servizi Acli servono, sono punto d'incrocio: i tanti sportelli sono stati inventati per non fare sentire sole le persone sugli oggetti singoli. Sono un diritto che diventa pane. Non lasciamo indietro o solo chi non ha facile accesso ai mezzi informatici o agli adempimenti amministrativi.


Il sistema Acli si riconosce in una leadership:


● aperta alle sfide contemporanee, ma profetica, capace di visione;
● che fa delle relazioni il motore dell’agire, mettendo in circolo energia vitale, dinamica, costruttiva. In poche parole, capace di farsi carico in maniera quanto più condivisa, democratica, intergenerazionale e partecipata del ripensamento del cambiamento che ci sta attraversando

a tutti i livelli. 


Crediamo sia importante avere cura della struttura interna dell’associazione e del rapporto con tutto il Sistema e i territori, in particolare del Rapporto tra Presidenza e Consiglio provinciale, di quello tra la Presidenza e dipendenti, tra le diverse organizzazione appartenenti al Sistema Acli e soprattutto tra la sede provinciale e strutture di Base, valorizzando l’impegno e il fondamentale apporto del volontariato e dei volontari.


Le sfide del sociale (working poor, denatalità, immigrazione) vanno affrontate con sguardo nuovo e coltivando l’alleanza con la cooperazione.

Vogliamo continuare a esserci nei territori, proseguire il costante lavoro dell'animazione di comunità con un'attenzione che Ivo Lizzola definisce da levatrici e levatori sociali, seguendo il lancio e lo sviluppo dei progetti locali fino a quando questi sono in grado di proseguire in piena autonomia il loro cammino. Rileviamo forte la necessità di ricerca di un equilibrio con le strutture dei circoli territoriali e di spazi d’incontro e protagonismo.


Relativamente alla comunicazione, ambito fondamentale del relazionarsi della nostra società multimediale e multimodale, sottolineiamo come il “comunicare” non si esaurisca in un mero volantino, ma comunicare significhi “mettere in comune, intessere e coltivare relazioni”, affinché risultato finale trasmetta con chiarezza il progetto e il contesto in cui si realizza.


In definitiva vogliamo essere vicini alle storie: che i progetti delle Acli vadano lì, dove la vita accade, con uno slancio verso il futuro e un’attenzione ai più giovani, che significa consegna e fiducia, ma anche supporto e ascolto delle singole storie e fragilità.


Per cosa vibra la campana delle Acli di Bergamo? Le Acli sono una passione sociale!

Cerchiamo di dare pienezza, coerenza e senso a questo acronimo, dentro al nuovo inizio che questo Congresso inaugura.

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