Fermiamo la guerra in Ucraina

FERMIAMO LA GUERRA IN UCRAINA, LA PACE E' LA VITTORIA DI CUI ABBIAMO BISOGNO

 

La Rete della Pace di Bergamo promuove un presidio per la pace, in programma per sabato 18 marzo, dalle ore 13.00 alle 15.00, in piazzale Marconi. Di seguito si riporta il comunicato diffuso dalla Rete


È da un anno che la guerra è tornata nel cuore dell’Europa. L’inaccettabile invasione dell’Ucraina da parte della Russia, che ha visto un'escalation violentissima e prepotente il 24 Febbraio 2022, è stata una violazione della Carta delle Nazioni Unite e del diritto internazionale, che ha dato il via a un conflitto diventato ormai globale, tra blocchi militari, con drammatiche conseguenze per la vita e il futuro dei popoli ucraino, russo e dell’Europa intera.
Siamo vicini e solidali con la popolazione colpita, con i profughi, con i rifugiati costretti a fuggire, ad abbandonare le proprie case, il proprio lavoro, vittime di bombardamenti, violenze, discriminazioni, stupri, torture. Condanniamo l’aggressore, rispettiamo la resistenza ucraina, ci impegniamo ad aiutare, sostenere, soccorrere il popolo ucraino, siamo a fianco delle vittime di questo e di tutti i conflitti presenti oggi nel mondo. Siamo con chi rifiuta la logica della guerra e sceglie la nonviolenza. Perché la guerra porta solo morte e distruzione. Sempre uguale a sé stessa.


La guerra è tornata così dirompente in Europa perché è stata preparata, alimentata, organizzata, finanziata,
armata
. E quando una guerra scoppia ci trova sprovveduti, perché le alternative non sono state preparate, alimentate, organizzate, finanziate, disarmate. Ecco perché pensiamo che si debba fare di tutto sostenere e il popolo ucraino, con cibo, soccorso, vestiario, medicine, corridoi umanitari per scappare; in tanti modi si può sostenere il popolo ucraino ma non con nuove armi che solo peggiorano la situazione incrementando l’escalation e allontanano la possibilità di una tregua. Anche questa guerra va fermata subito. Basta sofferenze. L’Italia, l’Unione Europea e gli stati membri, le Nazioni Unite devono assumersi la responsabilità del negoziato per fermare l’escalation e raggiungere l’immediato cessate il fuoco. È urgente lavorare ad una soluzione politica del conflitto, mettendo in campo tutte le risorse e i mezzi della diplomazia al fine di far prevalere il rispetto del diritto internazionale, portando al tavolo del negoziato i rappresentanti dei governi di Kiev e di Mosca, assieme a tutti gli attori necessari per trovare una pace giusta. Insieme con Papa Francesco diciamo: “Tacciano le armi e si cerchino le condizioni per avviare negoziati capaci di condurre a soluzioni non imposte con la forza, ma concordate, giuste e stabili”.


La minaccia nucleare incombe sul mondo. È responsabilità e dovere degli stati e dei popoli fermare questa follia. L’umanità ed il pianeta non possono accettare che le contese si risolvano con i conflitti armati. La guerra ha conseguenze globali: è la principale causa delle crisi alimentari mondiali, ancor più disastrose in Africa e Oriente, incide sul caro-vita, sulle fasce sociali più povere e deboli, determina scelte nefaste per il clima e la vita del pianeta. La guerra ingoia tutto e blocca la speranza di un avvenire più equo e sostenibile per le generazioni future.


L’umanità ed il pianeta devono liberarsi dalla guerra.
Non abbiamo bisogno di nuovi imperi, siano essi dell’est o dell’ovest. Ma di far sì che le istituzioni internazionali preposte al dialogo vengano rafforzate nella loro funzione. Quando scoppia un incendio (specialmente se vicino ad una polveriera) la prima cosa da fare è gettare acqua per spegnerlo. L’ultima cosa da non fare è gettare nuova benzina sul fuoco. Poi, scongiurato il pericolo, si potrà pensare a riparare i danni e ricostruire. Chiediamo, per questo alle Nazioni Unite di convocare urgentemente una Conferenza Internazionale per la pace, per ristabilire il rispetto del diritto internazionale, per garantire la sicurezza reciproca e impegnare tutti gli Stati ad eliminare le armi nucleari, ridurre la spesa militare in favore di investimenti per combattere le povertà e di finanziamenti per l’economia disarmata, per la transizione ecologica, per il lavoro dignitoso.


Per fermare la guerra bisogna non farla. Per cessare il fuoco bisogna non sparare. è questo il senso profondo dell’obiezione di coscienza: difendere la vita, la libertà, la giustizia, con la non violenza che è vita, libertà, giustizia. Da tempo ci si può dichiarare obiettori alla guerra attraverso la campagna costruita dal Movimento Nonviolento e far sì che l’Unione Europea preveda corridoi umanitari per l’accoglienza in sicurezza dei pacifisti, obiettori di coscienza, disertori e renitenti alla leva provenienti da Ucraina, Russia e Bielorussia https://www.azionenonviolenta.it/obiezione-alla-guerra/


Le guerre e le armi puntano alla vittoria sul nemico ma non portano alla pace: tendono a diventare permanenti ed a causare solo nuove sofferenze per le popolazioni, imponendo anche una identità omogenea, un nemico assoluto e la preparazione alla guerra intesa come inevitabile. Bisogna invece far vincere la pace, ripristinare il diritto violato, garantire la sicurezza condivisa. Non esiste guerra giusta, solo la pace è giusta. La guerra la fanno gli eserciti, la pace la fanno i popoli.
L’Italia, la Costituzione, la società civile ripudiano la guerra. La pace è la vittoria di cui abbiamo bisogno, e per questo abbiamo bisogno al più presto di un cessate il fuoco, di un negoziato, di misure concrete verso il disarmo nucleare.
Esigiamo che le nostre istituzioni assumano questa agenda di pace e si adoperino in ogni sede europea ed internazionale per la sua piena affermazione.


La pace è la vittoria di cui abbiamo bisogno!

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