A un anno dall’invasione russa dell’Ucraina, iniziata il 24 febbraio del 2022, le condizioni del conflitto sono cambiate profondamente. I piani della Russia, che inizialmente sperava di rovesciare il governo democraticamente eletto dell’Ucraina in poche settimane con una “guerra lampo” sono falliti, e la guerra si è trasformata in un ampio conflitto con conseguenze enormi in tutto il mondo. Si stima che i soldati morti in quest’anno siano più di 100 mila tra gli ucraini e quasi 200 mila tra i russi. I civili uccisi sarebbero migliaia. Abbiamo messo in fila cosa è successo in quest’anno di guerra: i fatti più importanti sul campo, gli sviluppi principali e le grandi controffensive ucraine.
L’inizio dell’invasione e le prime fasi (febbraio 2022)
L’invasione russa, avvenuta al termine di tensioni durate mesi e di una serie di colloqui diplomatici falliti, è cominciata nelle prime ore del mattino del 24 febbraio: la Russia ha attaccato l’Ucraina da sud (dalla Crimea, annessa alla Russia nel 2014 con un referendum considerato illegale praticamente da chiunque), da nord (dalla Bielorussia, governata dal dittatore Alexander Lukashenko, alleato di Putin) e da est, verso il Donbass, la regione più orientale dell’Ucraina dove era già in corso una guerra dal 2014 tra separatisti filorussi ed esercito ucraino.
Tutte le scelte militari fatte dall’esercito russo sul campo nelle prime fasi dell’invasione suggerivano che Putin avesse in mente una cosiddetta “guerra lampo”, forse di qualche settimana, da concludersi con la conquista di Kiev, la capitale, e poi di tutta l’Ucraina e con l’instaurazione di un governo “fantoccio” filorusso. Le cose sono andate molto diversamente. L’offensiva militare russa ha incontrato fin da subito grosse difficoltà, soprattutto nel nord dell’Ucraina: l’esercito russo inviato sul campo, in ampia parte costituito da riservisti e coscritti, ha dovuto affrontare una resistenza inaspettatamente tenace da parte delle forze ucraine, che a loro volta hanno sfruttato una serie di debolezze ed errori compiuti dai russi per attaccarli.
Combattimenti molto violenti sono andati avanti per settimane sia a Kiev che a Kharkiv, la seconda città più grande del paese. Benché più lenta del previsto, l’avanzata russa è comunque riuscita nella conquista di diversi luoghi e centri strategici. Tra questi la centrale nucleare dismessa di Chernobyl e ampie porzioni di territorio nella parte orientale e meridionale del paese, come la regione di Kherson e quella di Zaporizhzhia, inclusa l’omonima centrale nucleare (tuttora sotto il controllo russo).
L’assedio di Mariupol (febbraio-maggio 2022)
Sempre in questa prima fase dell’invasione è iniziato anche l’assedio della città portuale di Mariupol, a sud-est, dove per mesi l’esercito russo ha interrotto la fornitura di acqua ed energia elettrica e sottoposto la città a costanti e intensi bombardamenti, anche su edifici civili: tra questi, un ospedale pediatrico e un teatro. Man mano che diventava evidente che i russi non sarebbero stati in grado di occupare Kiev, l’assedio di Mariupol assunse sempre più importanza, per dimostrare che la Russia era in grado di conquistare almeno un grosso centro abitato. Per questo, l’esercito russo adottò una tattica di bombardamenti indiscriminati.
Quando alla fine le forze russe conquistarono la città, a maggio, il 45 per cento degli edifici – quasi tutti residenziali – era stato distrutto o danneggiato gravemente, e la situazione dei pochi civili rimasti era disperata. Mariupol è considerata una delle città ucraine più martoriate dalla guerra finora. Le ultime fasi della battaglia si concentrarono soprattutto nell’acciaieria Azovstal, dove per settimane si erano rifugiati centinaia di civili e militari, tentando fino all’ultimo di resistere ai russi.