di Savino Pezzotta e Walter Galbusera | Venerdì 10 settembre
Avvenire
L’importanza di aiutare una realistica resistenza dall’interno e una classe dirigente che si forma in esilio Caro direttore, il «ritiro da Kabul» e la nascita del nuovo regime taleban, una vicenda della quale ancora ignoriamo purtroppo i drammatici esiti conclusivi, non può e non deve significare l’abbandono di quel popolo nelle mani dei fondamentalisti islamici. Oltre ad accertare le ragioni effettive del disastroso bilancio di alcuni lustri di presenza occidentale in Afghanistan è essenziale riflettere su come sarà possibile iniziare a ricostruire il progetto di rinascita democratica di quel Paese che non potrà che partire da una resistenza civile interna, in tutte le forme realisticamente possibili, al duro regime talebano.
La prima risposta, per coloro che riusciranno a evadere dal 'carcere afgano', è quella dell’accoglienza.