Il presidente delle Acli provinciali di Bergamo, Roberto Cesa: “I problemi sollevati dai quesiti referendari sono prioritari e necessitano di riflessioni serie. Spero che possano entrare nell’agenda politica del prossimo futuro”
Bergamo. “Secondo me, al di là delle opinioni di ognuno, il mancato raggiungimento del quorum al referendum è un’occasione persa”. Così il presidente delle Acli provinciali di Bergamo, Roberto Cesa, commenta i dati relativi alla partecipazione alla consultazione referendaria che si è svolta nelle giornate di domenica 8 e lunedì 9 giugno in Italia.
Nelle scorse settimane, le Acli nazionali avevano espresso il proprio sostegno al referendum che ha proposto di ridurre da dieci a cinque anni il periodo di residenza legale in Italia richiesto per la concessione della cittadinanza italiana agli stranieri, mentre per gli altri quattro quesiti, relativi a temi del lavoro, non hanno preso una posizione ufficiale lasciando libertà di scelta ai cittadini. A livello regionale, oltre a sostenere il referendum sulla cittadinanza, l’associazione si è spinta a supportare il quarto quesito, relativo alla responsabilità solidale negli appalti, ritenendo che fosse utile per porre l’accento sul problema della sicurezza sul lavoro e delle morti bianche.
L’affluenza, in base ai numeri definitivi, si è attestata a oltre 14 milioni di elettori, pari al 30,58%, quindi non è stata raggiunta la soglia per la validità della consultazione, che è pari al 50% +1 degli aventi diritto. Abbiamo intervistato Roberto Cesa chiedendogli di commentare questo risultato.