di Jacopo Palermo | 26 novembre 2020
IlSole24Ore
Come saranno le città del futuro? Quali saranno le nuove necessità, i nuovi bisogni e le nuove modalità di vita e socialità che andranno a delinearsi nel medio e lungo termine? I punti fermi sono che la rigenerazione è al centro delle trasformazioni urbanistiche degli ultimi anni e che la digitalizzazione sta cambiando il paradigma immobiliare, ancor più in questo momento segnato dalla pandemia.
I nuovi trend di sviluppo urbanistico coniugati alla rigenerazione e valorizzazione delle aree abbandonate a causa della trasformazione delle attività produttive, danno vita a un ideale di città che sta evolvendo da un modello concentrico a un modello basato sulla centralità dell’uomo e del suo benessere.
La pandemia sta determinando, e continuerà a farlo nei prossimi mesi, profondi cambiamenti sul comportamento sociale ed economico, accelerando trend e fenomeni già in atto.
I nuovi i modi di vivere e di lavorare, le nuove abitudini ed esigenze stanno portando a un’attenzione sempre più rilevante sulle riqualificazioni urbane, non più quindi dedicate a singoli edifici, ma a interi quartieri, piazze o aree delle città e fuori città.
In tale contesto, la dimensione di “quartiere” assume sempre più importanza e vede una notevole trasformazione del significato di spazio pubblico aperto dove le piazze, i parchi pubblici, le aree verdi sono nuovi open space, e diventano veri e propri luoghi di aggregazione e integrazione. I negozi di quartiere assumono un’importanza ora più che mai centrale, dove spazi all’aperto da dedicare allo svago, allo sport o allo smart working sono parte integrante nella ricerca del benessere per un nuovo stile di vita sostenibile e a misura d’uomo, espressione di una società sempre più articolata, complessa, chiamata a vivere spazi aperti in modo responsabile, consapevole, sostenibile.