di Ferruccio De Bortoli | Giovedì 9 settembre
Corriere della Sera
L’ondata di licenziamenti e di tensioni sociali che si temeva con la fine (parziale) del blocco il 30 giugno, almeno per il momento, non c’è stata. È curioso notare come i dati indubbiamente positivi — se letti correttamente — di luglio, sull’andamento del mercato del lavoro siano passati sostanzialmente inosservati. Forse perché si sono persi 23 mila occupati (tutti autonomi) rispetto al mese precedente con tasso di occupazione stabile al 58,4 per cento. Pochi commenti. Come fossero stati attesi, scontati. Ma se solo torniamo indietro di qualche settimana e riascoltiamo il serrato dibattito tra sindacati e imprese sull’opportunità di una proroga della misura emergenziale (che per il tessile-abbigliamento, le piccole imprese e il terziario resta in vigore fino al 31 ottobre) i dati Istat dovrebbero essere accolti da tutti come la dimostrazione della vitalità della nostra economia. Con un sospiro di sollievo. Non come il sostegno di una tesi sull’altra.