La Polonia avvia la costruzione del muro antiprofughi

Mercoledì 26 gennaio

 

 

 

 

 

 

 

Avvenire

 

 

 

 

 

 

 

La Polonia ha iniziato i lavori per erigere il muro anti-profughi al confine con la Bielorussia. Un'opera che l'opposizione attacca, definendola senza mezzi termini «il muro della vergogna».

 

Ad annunciare l'avvio del cantiere è stata la Guardia di frontiera: si tratta della barriera che il governo di Varsavia vuole alzare per proteggere il Paese dall'ondata di profughi usati come un'arma dal dittatore Aleksander Lukashenko. Un flusso di uomini, donne e bambini che, a piedi, sognano di raggiungere l'Europa, attraversando boschi, paludi e il fiume che separa i due Stati, sfidando in questi mesi anche il gelo.

 

L'esecutivo di Morawiecki ha stanziato investimenti senza precedenti per blindare 186 chilometri di frontiera a un costo enorme: 1,6 miliardi di zloty, pari a oltre 350 milioni di euro. Ma il governo è finito nel mirino delle opposizioni che lo accusano di rendere la Polonia un simbolo della mancanza di solidarietà con i migranti in arrivo dalle zone più disastrate del mondo.

 

La frontiera fra Polonia e Bielorussia è lunga 418 chilometri, 171 dei quali costeggiati dal fiume Bug, mentre 67 chilometri passano attraverso paludi. Il muro sarà costruito solo sulla terra ferma, ha spiegato Anna Michalska, la portavoce della Guardia di frontiera, aggiungendo che l'impatto di quest'iniziativa sull'ambiente dovrebbe essere minimo.

 

 

 

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