La Colombia svolta e si affida a Petro. Non più sangue ma consensi.
Articolo de l'Avvenire
di Lucia Capuzzi | 22/06/2022
La vittoria di Gustavo Petro non si è consumata nei confronti del rivale, il populista Rodolfo Hernández. Per dare l’assalto al cielo e conquistare la presidenza, Petro ha dovuto battere se stesso. O, meglio, quanto egli rappresentava agli occhi di una delle due metà in cui è spaccata la società colombiana.
La 'petrofobia' è stata, nella campagna attuale come nelle due precedenti, l’avversario più temibile per l’ex sindaco da Bogotà, con dodici anni di militanza nelle file della guerriglia del M-19. Il suo superamento è il risultato di due fattori. Il primo, imprescindibile, è il processo di pace, culminato nell’accordo del 24 novembre 2016.
Per oltre mezzo secolo, la guerra tra governo e Fuerzas armadas revolucionarias de Colombia (Farc) ha tenuto in ostaggio la politica in Colombia. Qualunque forma di contestazione – per quanto disarmata – dell’establishment e dell’assetto economico è stata sistematicamente equiparata al sostegno alla guerriglia.