di Anna Gervasoni | Martedì 19 ottobre
IlSole24Ore
Capitali pubblici e privati per un nuovo sviluppo sostenibile. Una transizione complessa che parte dalle infrastrutture del Paese, non a caso al centro dei piani di ripartenza. Infrastrutture resilienti, progettate per durare, ma anche per indurre un cambio di abitudini negli utenti, cittadini e imprese, secondo standard che sono stati dettati dall’agenda 2030 dell'Onu. Come fare tutto questo bene e in pochi anni? L’orizzonte temporale del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) è breve, la sfida epocale. Si può fare, ma cambiando. In questi mesi è in fase di completamento in Lombardia la superstrada Rho-Monza che doveva essere ultimata per Expo 2015. Non sono bastati 7 anni di preparazione prima del grande evento di Milano, né i 7 anni successivi. Adesso è differente. Il cronometro del Pnrr è già partito e il 2026 arriverà presto e c’è il rischio di dover restituire all’Europa risorse importanti non spese.
Realizzare nuove infrastrutture digitali, per la mobilità, per l’abitare, per la transizione energetica e adeguare le esistenti era già un’esigenza. Basti pensare al cambiamento imposto dal crescente utilizzo dell’e-commerce, dalle esigenze di connessione di cittadini e imprese e dall’abbattimento dei consumi energetici. Fenomeni accelerati dalla crisi pandemica. La decisione di mettere ingenti capitali pubblici per favorire la transizione è il vero acceleratore di sistema. Usciti dall’emergenza, dobbiamo assumere una visione di lungo periodo che tenga presente i grandi cambiamenti sociali e demografici in atto.
Si deve ripensare al sistema infrastrutturale cercando non solo di guardare all’oggi, ma anche alle ricadute di lungo periodo della trasformazione in atto. Questo è il focus del Pnrr. Come abbiamo letto sulle pagine del «Sole 24 Ore», le procedure speciali del Piano faticano a decollare, mancano ancora risorse e strutture tecniche che siano in grado di raggiungere gli obiettivi. L’amministrazione deve fare la sua parte, ma molto possono e devono fare i privati.