di Leonardo Becchetti | Giovedì 20 gennaio
IlSole24Ore
Gli economisti troppo spesso non seguono l’approccio standard in medicina di fare attenzione agli effetti collaterali quando si sperimenta e si mette in circolazione un nuovo farmaco. Anche nel campo economico e sociale è sempre fondamentale valutare le conseguenze di proposte e ricette su tutte le dimensioni ambientali e sociali fortemente correlate tra di loro.
La transizione ecologica ci pone nell’immediato di fronte a tre problemi collegati tra di loro. Il primo è quello dell’inflazione trainata dal prezzo del gas fortemente aumentato a causa di eventi congiunturali (la forte ripresa della domanda in una fase di rilancio dell’economia dopo la fine di gran parte delle chiusure e restrizioni accompagnata da persistenti problemi nella logistica della produzione ereditati dalla pandemia e dalla consueta volatilità dei prezzi sui mercati), ma anche strutturali (la nostra dipendenza dal gas e il rischio di restare in mezzo al guado della transizione ecologica se non si accelera nella riduzione della nostra dipendenza da fonti fossili). Il secondo, conseguenza dell’aumento del prezzo dell’energia, è l’impatto sulla povertà energetica (le famiglie che hanno problemi nel pagare la bolletta) e sui costi delle imprese. Il terzo è appunto l’emergenza climatica che ci impone di ridurre le emissioni climalteranti fino ad azzerare quelle nette entro il 2050.