Bose: dal conflitto al futuro

di Lorenzo Prezzi | Lunedì 9 maggio

 

 

 

 

 

 

 

 

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La visita del card. Pietro Parolin alla comunità di Bose (30 aprile – 1° maggio), la pubblicazione di una lettera dello stesso Segretario di stato ai vescovi italiani in merito alle attività ecclesiali di fr. Enzo Bianchi e l’annuncio di quest’ultimo dell’apertura della sua comunità della Madia ad Albiano (TO): sono le ultime notizie sul fondatore e sul futuro del monastero della diocesi di Biella.

 

In una nota informativa (1° maggio) la comunità di Bose testimonia la visita del card. Parolin e registra le sue parole: «La Santa Sede vi appoggia in quello che siete; una comunità monastica ed ecumenica di fratelli e sorelle… Il papa vi segue, vi apprezza e desidera che continuiate ad essere una grande risorsa spirituale per la Chiesa».

 

«Una visita – continua il comunicato – che ha costituito anche l’occasione per riaffermare ancora una volta l’intento di cura che ha mosso la Santa Sede in tutto quanto ha cercato di fare per la nostra comunità: nonostante le interpretazioni che ne sono state date, la volontà è sempre stata quella di salvare la comunità e di preservare quanto avviato dall’opera di fr. Enzo, aiutando anche lui nella sempre delicata fase di passaggio dall’iniziatore alla generazione successiva».

 

Atteggiamento confermato nella lettera ai vescovi di cui parliamo dopo: «Ciò va detto per avere un quadro realistico della situazione nel rispetto della verità, delle persone coinvolte e, in particolare, della comunità che si sta riprendendo nei suoi ideali di vita monastica, dopo il difficile tempo vissuto. E che ha bisogno, naturalmente, del sostegno il più possibile concorde di tutta la Chiesa».

 

Negli ultimi mesi la comunità ha alimentato la ripresa delle sue molte attività, ha eletto il nuovo priore, fr. Sabino Chialà, ha continuato la ricerca sugli statuti interni, sulla forma giuridica futura (di tipo monastico) e sulla liturgia propria. Si sono riavviati i contatti ecumenici in vista di nuove iniziative di dialogo. Ha registrato anche diversi abbandoni, legati solo in parte alle vicende dolorose degli ultimi mesi. Prosegue l’accompagnamento del delegato pontificio, p. Amedeo Cencini.

 

Ulteriori testimonianze

Nel frattempo è arrivata ai giornali la lettera delle Segreteria di stato indirizzata ai vescovi italiani in cui si chiede «un attento discernimento sull’opportunità ecclesiale di continuare ad affidare a fr. Enzo Bianchi incarichi di predicazione e di formazione per il clero, la vita religiosa e il laicato».

 

Il testo, che doveva rimanere riservato, riprende il decreto pontificio di allontanamento di Bianchi dalla comunità per non aver rinunciato al governo della comunità nonostante le sue dimissioni da priore, «interferendo in diversi modi, continuamente e gravemente sulla conduzione della medesima comunità e determinando una grave divisione nella vita fraterna. Si è posto al di sopra della regola della comunità e delle esigenze evangeliche da essa richieste, esercitando la propria autorità morale in modo improprio, irrispettoso e sconveniente nei confronti dei fratelli della comunità provocando lo scandalo».

 

Parole pesanti, ulteriormente aggravate da quanto segue: « È motivo di profondo rammarico, dunque, dover constatare che fr. Enzo Bianchi non si sia attenuto, se non con estrema riluttanza e solo in parte, alle disposizioni che lo riguardavano».

 

Si elencano le disobbedienze: non aver abbandonato Bose se non dopo un anno di permanenza indebita e senza i permessi e le previe informazioni al delegato pontificio; la continuazione dei contatti e delle relazioni con gli altri membri allontanati dalla comunità (G. Boselli, L. Breda, sr. Antonella Casiraghi); e, in particolare, con Boselli. Si aggiunge che pur non essendo mai stato mosso alcun addebito di tipo dottrinale e alcuna limitazione alle sue attività di predicatore, pubblicista e conferenziere, «sono giunte alla Segreteria di stato ulteriori testimonianze e documentazioni che hanno consentito di avere un quadro complessivo della gestione dell’autorità e dei comportamenti in vari ambiti di fr. Enzo Bianchi ancora più grave di quanto già verificato in sede di visita apostolica».

 

 

 

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