di Maurizio Simoncelli | Martedì 5 ottobre
SettimanaNews
Erano le 8,16 del 6 agosto 1945 quando un aereo statunitense lanciò la bomba denominata “Little boy” (16 chilotoni di potenza) sulla città di Hiroshima in Giappone: si stima che tra le 70 e le 80.000 persone siano morte all’istante, per poi arrivare sino a 200.000 negli anni seguenti per le conseguenze dell’esplosione.
Altre decine di migliaia di vite furono spezzate il 9 agosto a Nagasaki, colpita da “Fat Man” con una potenza stimata sui 25 chilotoni.
Armi nucleari
A distanza di oltre 75 anni gli arsenali nucleari, giunti nel corso della Guerra Fredda all’astronomica cifra di circa 70.000 testate, continuano a minacciare l’umanità. Pur essendo stato firmato nel 1968 il Trattato di Non Proliferazione TNP, che richiede ai Paesi firmatari d’impegnarsi per il disarmo e per l’uso dell’energia nucleare solo a fini pacifici, la proliferazione orizzontale è proseguita: ai cinque firmatari del TNP, gli unici autorizzati in base ad esso a detenere tali armamenti, si sono affiancati al di fuori del Trattato Israele, India, Pakistan e Corea del Nord.